giovedì 17 ottobre 2019

STEP 4 - Citazioni

Un viaggio nel presepe


"Ma che cosa rappresenta per noi il presepe, che nella tradizione natalizia è, per così dire, il segno più evidente? E a cosa è dovuta la sua radicata persistenza nella nostra coscienza? Non è semplice rispondere a tali interrogativi al di fuori della convenzionale rappresentazione della nascita di Cristo e dei soliti luoghi comuni fermi a una visione edulcorata della nostra tradizione natalizia, o a un certo patetismo piccolo-borghese, di cui è infarcita tanta nostra letteratura.
Lo stesso presepe settecentesco, al di là del suo indiscusso valore storico e artistico, ridotto oggi a esibizione di mero collezionismo, di ostentato benessere economico, ha perduto ogni riferimento alla sua originaria espressione devozionale."

Roberto De Simone, Il presepe popolare napoletano, Torino: Giulio Einaudi editore, 1998, pp. 3.


Natale



Carattere notturno e infero del presepe


"L'impianto più tradizionale di presepe evidenzia un percorso in discesa su una struttura scenografica disposta frontalmente. Ma talvolta l'itinerario si sviluppa in senso circolare: vale a dire che la scenografia è costruita come una torre, sulla quale, dal punto più alto, si snoda una discesa a spirale che conduce alla grotta, sempre collocata nel luogo più basso.
In altri tipi ancora, il carattere misterico e infero viene espresso in senso labirintico, per cui il visitatore può camminare all'interno stesso della rappresentazione, allestita con l'intento di attivare un percorso magico e sotterraneo."

Roberto De Simone, Il presepe popolare napoletano, Torino: Giulio Einaudi editore, 1998, pp. 11.


La Grotta



Il presepe di Don Vincenzo


Registrazione effettuata il 16 dicembre 1979 a Napoli, nella bottega di Don Vincenzo di anni 67, costruttore di presepi.

DON VINCENZO
"Il presepio si fa solo per devozione; ci sta la nostra vita, dentro. Io scendo da una famiglia di presepianti, e costruivo pure i carri di Piedigrotta, ma il presepio lo sapeva fare pure mio nonno, e un mio prononno, che lo fece per un monaco a San Pasquale a Chiaia, e là lo trovate proprio tale e quale come lo fece lui, con le scese, le discese, la grotta e l'osteria.
Una volta, quando ero piccolo,  stavo di casa nei Vergini, e nei bassi, nei terranei, facevano il presepio, con tutte le regole antiche, di anni e anni, trecento, quattrocento anni fa, insomma, si faceva a mestiere d'arte. Mi ricordo che dopo la Befana, però, si toglievano i pastori, si levava dalla grotta il Mistero, e si mettevano dentro le Anime del Purgatorio, così si faceva. Il presepio si metteva fuori ai bassi e quelli che passavano gettavano due soldi - all'epoca erano qualche cosa - pure mezza lira, i più benestanti."

Roberto De Simone, Il presepe popolare napoletano, Torino: Giulio Einaudi editore, 1998, pp. 79.

La Madonna

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