lunedì 28 ottobre 2019

STEP 11 - La tassonomia della cosa

TASSONOMIA DIETRO LE STATUETTE PRESEPIALI E IL PRESEPE IN GENERALE


Il presepe, dal latino praesaepe, significa "greppia", "mangiatoia" o ancora "recinto", in quanto nell'Antichità vi venivano tenuti gli ovini e i caprini. Il significato che noi adesso associamo, invece, è quello che prevede, solitamente, una capanna con all'interno Maria, Giuseppe, Gesù Bambino, il bue e l'asinello. 
Ma cosa c'è dietro questo simbolo del Natale? E soprattutto come si è evoluta la tradizione dell'arte presepiale, sotto il punto di vista delle statue che lo popolano?

Prima di arrivare a parlare del presepe vero, quello fisico, quello che si tocca, dobbiamo tornare molto indietro nel tempo. I primi presepi, in fatti, non erano costruiti a mano nel vero senso della parola, bensì erano dipinti. La prima testimonianza arriva addirittura al III secolo D.C., precisamente dalle Catacombe di Priscilla sulla via Salaria a Roma.


Natività, Catacombe di Priscilla


Dal Quattrocento in poi sono stati numerosi gli artisti che hanno rappresentato la scena della nascita di Cristo, basti pensare alla "Natività" di Giotto e "L'adorazione dei magi" di Botticelli.


Natività, Giotto


Adorazione dei Magi, Botticelli


Ma torniamo ora alla tassonomia vera e propria delle statue del presepe. 
Con molta probabilità l'origine di tali statuette deriva da delle figure, i larii, gli antenati defunti che, secondo le tradizioni romane, vegliavano sul buon andamento della famiglia. Ogni antenato veniva rappresentato con una statuetta, di terracotta o di cera, chiamata sigillum (da signum: segno, effigie, immagine). Le statuette venivano collocate in apposite nicchie e, in particolari occasioni, onorate con l’accensione di una fiammella.In prossimità del Natale si svolgeva la festa detta Sigillaria (20 dicembre), durante la quale i parenti si scambiavano in dono i sigilla dei familiari defunti durante l’anno.
In attesa del Natale, il compito dei bimbi delle famiglie riunite nella casa patriarcale, era di lucidare le statuette e disporle, secondo la loro fantasia, in un piccolo recinto nel quale si rappresentava un ambiente bucolico in miniatura.
Larario romano


Tornando ai tempi moderni, il presepe è rimasto nella tradizione cristiana come vero e proprio culto irrinunciabile. Dapprima le statue erano quasi a grandezza naturale, per cui venivano allestiti i presepi in luoghi pubblici o di culto, come le chiese; in seguito il popolo sentì l'esigenza di possedere nelle proprie case questi elementi figurativi, che fosse la Sacra Famiglia, il bue e l'asinello, i pastori, i Magi e ogni altra figura rappresentativa del mondo contadino. 
Questa tradizione si è sviluppata in Italia e, in particolare a Napoli, città per eccellenza per la produzione di figure presepiali. E non parliamo solo di semplici statuette di terracotta inanimate: con l'avvento della tecnologia, gli artigiani napoletani hanno iniziato a costruire dei presepi meccanici, con tante figure tipiche del tempo di Gesù e dei tempi moderni dediti a compiere i loro lavori abituali, come il panettiere, il pizzaiolo, la donna che stende o lava i panni, e chi più ne ha più ne metta.


Pizzaiolo in movimento

Come ogni cosa di questo mondo, anche le statue del presepe si sono evolute nel tempo, prendendo sempre più le sembianze dell'uomo moderno, rivelando, oserei dire purtroppo, i molti aspetti negativi che lo caratterizzano. Ecco quindi che compaiono Maria e Giuseppe che si fanno un selfie davanti ad una capanna munita di pannelli solari, il pastore con lo smartphone in mano, i Re Magi che portano i loro doni, comprati online, con dei nuovissimi hooverboard al posto dei cammelli. 
Se sia vincente questa nuova idea moderna, non so dirlo; io rimango fedele alle statuette semplici e tradizionali, che non ci faranno mai dimenticare le nostre origini e gli uomini che eravamo nel passato.


Presepe moderno

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