TASSONOMIA DIETRO LE STATUETTE PRESEPIALI E IL PRESEPE IN GENERALE
Il presepe, dal latino praesaepe, significa "greppia", "mangiatoia" o ancora "recinto", in quanto nell'Antichità vi venivano tenuti gli ovini e i caprini. Il significato che noi adesso associamo, invece, è quello che prevede, solitamente, una capanna con all'interno Maria, Giuseppe, Gesù Bambino, il bue e l'asinello.
Ma cosa c'è dietro questo simbolo del Natale? E soprattutto come si è evoluta la tradizione dell'arte presepiale, sotto il punto di vista delle statue che lo popolano?
Prima di arrivare a parlare del presepe vero, quello fisico, quello che si tocca, dobbiamo tornare molto indietro nel tempo. I primi presepi, in fatti, non erano costruiti a mano nel vero senso della parola, bensì erano dipinti. La prima testimonianza arriva addirittura al III secolo D.C., precisamente dalle Catacombe di Priscilla sulla via Salaria a Roma.
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Natività, Catacombe di Priscilla |
Dal Quattrocento in poi sono stati numerosi gli artisti che hanno rappresentato la scena della nascita di Cristo, basti pensare alla "Natività" di Giotto e "L'adorazione dei magi" di Botticelli.
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Natività, Giotto |
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Adorazione dei Magi, Botticelli |
Ma torniamo ora alla tassonomia vera e propria delle statue del presepe.
Con molta probabilità l'origine di tali statuette deriva da delle figure, i larii, gli antenati defunti che, secondo le tradizioni romane,
vegliavano sul buon andamento della famiglia. Ogni antenato veniva
rappresentato con una statuetta, di terracotta o di cera, chiamata sigillum (da
signum: segno, effigie, immagine). Le statuette venivano collocate in apposite
nicchie e, in particolari occasioni, onorate con l’accensione di una
fiammella.In prossimità del Natale si svolgeva la festa detta Sigillaria (20
dicembre), durante la quale i parenti si scambiavano in dono i sigilla dei
familiari defunti durante l’anno.
In attesa del Natale, il compito dei bimbi delle famiglie
riunite nella casa patriarcale, era di lucidare le statuette e disporle,
secondo la loro fantasia, in un piccolo recinto nel quale si rappresentava un
ambiente bucolico in miniatura.
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Larario romano |
Tornando ai tempi moderni, il presepe è rimasto nella tradizione cristiana come vero e proprio culto irrinunciabile. Dapprima le statue erano quasi a grandezza naturale, per cui venivano allestiti i presepi in luoghi pubblici o di culto, come le chiese; in seguito il popolo sentì l'esigenza di possedere nelle proprie case questi elementi figurativi, che fosse la Sacra Famiglia, il bue e l'asinello, i pastori, i Magi e ogni altra figura rappresentativa del mondo contadino.
Questa tradizione si è sviluppata in Italia e, in particolare a Napoli, città per eccellenza per la produzione di figure presepiali. E non parliamo solo di semplici statuette di terracotta inanimate: con l'avvento della tecnologia, gli artigiani napoletani hanno iniziato a costruire dei presepi meccanici, con tante figure tipiche del tempo di Gesù e dei tempi moderni dediti a compiere i loro lavori abituali, come il panettiere, il pizzaiolo, la donna che stende o lava i panni, e chi più ne ha più ne metta.
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Pizzaiolo in movimento |
Come ogni cosa di questo mondo, anche le statue del presepe si sono evolute nel tempo, prendendo sempre più le sembianze dell'uomo moderno, rivelando, oserei dire purtroppo, i molti aspetti negativi che lo caratterizzano. Ecco quindi che compaiono Maria e Giuseppe che si fanno un selfie davanti ad una capanna munita di pannelli solari, il pastore con lo smartphone in mano, i Re Magi che portano i loro doni, comprati online, con dei nuovissimi hooverboard al posto dei cammelli.
Se sia vincente questa nuova idea moderna, non so dirlo; io rimango fedele alle statuette semplici e tradizionali, che non ci faranno mai dimenticare le nostre origini e gli uomini che eravamo nel passato.
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Presepe moderno |